Nello amato cor e pensier

Leopardi l'infinito traduzione inglese
Contenuti
Le cantate di Handel rappresentano un importante repertorio musicale fino a poco tempo fa poco conosciuto. Composte da circa 100 opere distinte, la maggior parte di esse furono scritte nell'arco di pochi anni per essere eseguite privatamente in Italia.
Si va da miniature musicali contenenti solo due arie collegate da un recitativo e accompagnate da un continuo (una linea di basso tipicamente realizzata da violoncello e clavicembalo) a opere più grandi con personaggi nominati, una storia drammatica e ricche forze strumentali. Raccontando il più delle volte le pene d'amore, si tratta di opere intime, con testi spesso scritti da (e talvolta su) membri del pubblico privilegiato per il quale sono state composte. Alcune cantate di Handel hanno testi scritti da uno dei suoi importanti mecenati italiani, il cardinale Benedetto Pamphilj.
Il progetto di Marco Vitale di registrare tutte le cantate di Handel è entusiasmante. Le cantate continue non sono mai state registrate per intero e molte non sono mai state registrate. Pertanto, questo progetto porterà alla luce musica in gran parte sconosciuta di uno dei più grandi compositori del mondo. Inoltre, l'esecuzione di tutte le cantate collocherà le opere strumentali più grandi nel contesto musicale della loro creazione.
Vivaldi: Care selve, amici prati, RV 671 (2/2) - Cencic
LORENZO DE' MEDICI, nato a Firenze, figlio di Piero di Cosimo de' Medici e di Lucrezia Tornabuoni, soprannominato "il Magnifico", fu uno dei più illustri studiosi della sua epoca, esperto in ogni ramo dell'arte e della scienza e poeta di non poco conto sia in latino che in volgare. Succedette al padre nel 1469 e, alla morte del fratello Giuliano nella congiura dei Pazzi, divenne il potere supremo a Firenze. Per 23 anni mantenne la pace e l'equilibrio di potere in Italia, e mantenne i suoi fiorentini contenti e divertiti con ripetute feste. Alla sua corte accorrevano i più rinomati studiosi e artisti; morì a Careggi ed è sepolto a Firenze. Scrisse una quantità di versi profani, alcune Laudi e una Sacra rappresentazione di San Giovanni e Paolo. Le sue liriche d'amore hanno una nota personale e i suoi Canti Carnascialeschi furono imitati da Politiano e da altri poeti della sua corte.
Vivaldi: Care selve, amici prati, RV 671 (1/2) - Cencic
"L'infinito" (pronuncia italiana: [liɱfiˈniːto]; inglese: The Infinite) è una poesia scritta da Giacomo Leopardi probabilmente nell'autunno del 1819. Il poema nasce dal desiderio di Leopardi di viaggiare oltre la sua restrittiva città natale, Recanati, e di sperimentare di più il mondo che aveva studiato. È molto conosciuta in Italia.
La poesia, sebbene vaga ed eterea nella sua composizione, trasmette elementi del mondo filosofico e classico, quest'ultimo visibile nella scelta della parola ermo, dal greco antico, invece di usare il più convenzionale solitario per trasmettere l'isolamento di questo colle. Questa personificazione dell'ambiente naturale è evidente in tutta la poesia ed è tipica di un altro tema o movimento spesso associato a Leopardi: il romanticismo. C'è anche un forte senso di mortalità in tutto il poema, trasmesso nel morire delle stagioni e nell'annegamento dei pensieri, simile alla convinzione di Leopardi che non sarebbe vissuto a lungo, convinzione affermata quando morì a soli 38 anni.[1]
Caro nome che il mio cor
[La raccolta di biografie di Irma B. Jaffe comprende una su Gambara, che riporta sia l'italiano che le traduzioni di Jaffe e Gernando Colombardo di 11 poesie, tra cui tutte le 27 strofe di "Quando miro la terra ornata e bella". Il libro è accompagnato da un CD che contiene letture in italiano di quattro poesie di Gambara. (Vedi l'indice del libro online).
Jaffe, Irma B. Shining eyes, cruel fortune: the lives and loves of Italian Renaissance women poets / Irma B. Jaffe with Gernando Colombardo. New York: Fordham University Press, 2002. (xxx, 429 p., 8 p. di tavole: ill. (alcune a colori), mappe; 26 cm. + 1 CD (4 3/4 in.)
[Questa antologia comprende 9 poesie di Gambara, tradotte da Laura Anne Stortoni e Mary Prentice Lillie, con l'originale italiano nella pagina accanto: 7 sonetti (3 sono anche in Poss); 1 madrigale (anche in Poss); e 1 strofa in ottava rima. L'introduzione di Stortoni parla come se fosse inclusa una delle lettere di Gambara, ma non è così. (Vedi l'indice del libro online):]